Il cuore di vetro
Mentre camminava lungo l’argine del torrente, seminascosto fra l’erba alta e i sassi arrotondati, portati dall’acqua, Marta trovò un cuore di vetro.
Un ciondolo rosso vermiglio, trasparente, con ancora attaccata parte di una catenella d’oro, che sotto il sole timido di novembre, brillava dei colori dell’iride.
Marta lo ripulì dal fango e dalla polvere, che il tempo aveva depositato sulla sua superficie, ma non riuscivano a nasconderne la brillantezza, e lo portò a casa.
Lo mise sul cassettone, in camera sua, in attesa di decidere cosa farne, o trovargli una collocazione migliore, tale da rendere giustizia alla bellezza di quell’oggetto.
Perché era, indubbiamente, un cuore di vetro splendido, che un tempo doveva essere stato l’orgoglio del suo proprietario.
Passavano i giorni, e Marta, presa dalle occupazioni domestiche, non trovava mai il tempo per decidere in merito al cuore di vetro, ma ogni volta che passava davanti al cassettone, si fermava, e ammirava la bellezza di quel ciondolo, e il gioco di luce che i raggi del sole traevano, attraversandolo, proiettando sui muri della stanza disegni indefiniti, con mille sfumature di rosso, estremamente belli.
Un giorno, mentre spolverava la superficie del cassettone, inavvertitamente toccò il cuore, che iniziò a vibrare, dondolando, rotolare fino al bordo del mobile, cadendo infine a terra, e rompendosi in mille pezzi.
Marta voleva piangere. Quel bellissimo oggetto, spezzato per sempre, per sempre perduto!
Si chinò, per raccogliere i pezzi, immaginando scioccamente di poterli rimettere insieme, restituire al ciondolo la sua forma originaria.
Una scheggia era finita sotto il cassettone, e Marta allungò la mano per afferrarla. Le sue dita toccarono qualcosa... che non era vetro. Allungò ancora di più il braccio, e infine afferrò quella cosa, che al tatto le sembrava familiare.
Quando, ritirando finalmente la mano, poté osservarla da vicino, un sospiro simile a un ringraziamento, le uscì dalle labbra: il suo orecchino di perla! Quello che aveva perso mesi prima, e non era più riuscita a trovare.
“Strano”, pensò, “eppure ci avevo guardato, sotto il cassettone... e più di una volta...”
Ora, comunque, poteva finalmente indossare di nuovo quegli orecchini, così belli, che completavano la sua figura in maniera perfetta.
Quelle riflessioni furono improvvisamente interrotte da un lampo di luce vermiglia.
Il Sole, voltando dietro l’angolo della finestra, colpiva coi suoi raggi il frammento rosso del cuore di vetro, rimasto a terra, ai piedi del cassettone. Quello che le aveva permesso di ritrovare l’orecchino perduto.
E la figura disegnata dal riflesso sul muro, somigliava al profilo di un viso, che Marta riconobbe.