Poesie
Chi decide di scrivere poesie -e non parlo di elucubratoria autoreferenziale, ma del prodotto di illuminazioni emozionali- si pone coscientemente in un angolino, che di certo risulterà poco frequentato.
Da una parte è un peccato, perché la poesia permette, più di qualunque altra forma di espressione - a parte forse la musica - un contatto diretto fra la sensibilità di chi scrive e quella di chi fruisce; dall'altra è un bene, perché i luoghi meno affollati, di solito, sono i più piacevoli da visitare.
Personalmente scrivo poesie da sempre, e i versi sono secondi solo al disegno, nella mia singolare e non necessariamente condivisibile graduatoria delle cose per cui vale la pena vivere (l'Amore non è contemplato in tale graduatoria, perché l'Amore è fuori graduatoria).
Non cerco di dire nulla con le mie composizioni, né sto tantomeno andando a pesca di plausi. Mi esprimo, e credo anche piuttosto bene.
Queste sono alcune delle robe che non mi dispiace di aver scritto.
Gospel
Signore delle Autostrade, concedimi la Meta,
benedici le mani che stringono il volante,
battezza la mia insana voglia di libertà
con l’acqua di un’assoluzione,
e non punirmi se indugio in tentazione,
le mie tentazioni sono strisce di comete,
sottili linee bianche, miracoli termodinamici
lanciati contro il Vuoto della semplice esistenza.
Io voglio vivere, non esistere,
cedere non resistere.
Voglio macchiare a fuoco la mia carne
con i secondi e le frazioni che mi restano,
tatuare un cigno addormentato sulle scapole,
perché non merito di avere ali,
ma sono pronto a navigare,
e sono nato per viaggiare.
Signore della Strada Maestra,
Tu sai che non ho mai smarrito la forza delle mani,
e quella del ricordo.
Tu sai che conto ancora i fili d’erba
sull’immagine dell’Eden che porto dentro me.
Se guardi con benevolenza i miei sogni,
ti accorgerai che non sono dipinti.
E sono stati scritti con trecce di corallo.
Proteggi la mia Stella,
Proteggi il mio Road-Book,
e per favore, Amico,
proteggi il mio Destino.
Zen Arcade
Seduto a far compagnia ai miei giorni, con quel sorriso che ormai mi riconosco, e sembra voler dirmi: “non mi freghi, io lo so chi sei, e dietro quel tuo viso impenetrabile, nascondi pure tu pozze di pioggia, e torridi, infiniti pomeriggi d’estate”.
Socchiudo gli occhi, e pigramente lascio che i miei semplici desideri scorrano fra le rive di un tortuoso fiume, il cui percorso cerco di seguire, da tanto tempo che non so più, se son io che porto avanti la mia barca, o il legno mi trascini dove deve.
Sereno come il bimbo che da sempre parla con la mia voce, arcigno come il vecchio che sarò, tralascio le mie domande, le cui risposte, porterà il tempo, o il tempo ha portato via con sé.
Così nessuno chiede mai di me, quando non sono in casa, e a me sta bene. Sarò da qualche parte, fuori, a giocare, a piangere o scherzare coi miei spettri, ai quali dò del ’tu’, e che rispetto. E quel rispetto, credo, è ricambiato.
Seduto sopra un mondo di secondi, in compagnia di semplici desideri, che affollano questo strano cuore mio, che a volte è rosso, a volte è bianco come neve, ma non ha mai smesso di battere i minuti, le ore, i giorni, con una forza che non sapeva -a volte negava- di possedere.
Il Duomo pagano
La Sirena è legata a terra, sopra di lei
un uomo che non conosce l’amore.
Quando Dio passeggia in città,
lo senti ridere e scambiare battute,
barattando la misericordia
con pietà a rate,
nel Duomo Pagano.
Una mattina lui si svegliò con occhi stanchi,
e scrisse in fretta i sogni che riuscì a replicare.
Provò poi ad aprirle l’ombrello,
per ripararla dalla pioggia,
perché lei si sentiva come Cenerentola
nel Duomo Pagano.
Giocando col Principe di Marrakesh
perde di vista le cose che ama.
Il Principe aumenta la posta a ogni giro,
e arrotola petali di rosa intorno alle dita.
Con Lui si perde, ma c’è ancora tempo
per raggiungere la torre
del Duomo Pagano.
Ali d'acqua
Sotto luci d’azzurro ozono si lascerà ammirare ai miei sguardi incantati.
I suoi capelli profumati d’estate asciugheranno la pioggia del mio gennaio infinito.
Il respiro sulla mia pelle sussurrerà alla notte magiche Armonie, e promesse incantate.
Quando il vento singhiozzerà dietro i vetri, Lei prenderà la mia mano e la mia bocca, proteggendomi dal freddo e dall’ignoto, col calore di un sospiro bagnato d’Oceano.
Nuvola e scrigno, suono di Ali d’Acqua e profumo di miele.
Pensiero e carne.
Sorriderà quando mi smarrirò, e mi insegnerà l’Amore.
Le ombre danzeranno dentro i miei occhi sazi;
Lei è così bella da farmi vergognare di essere vivo.
Ofelia cammina sull'Acqua
Ofelia cammina sull’acqua, e non riesce ad andare a fondo, un’immagine di Gesù Cristo in bicromia, sulla parete più stretta di un salotto bene.
Chissà chi era, la modella, e chi il pittore che l’ha dipinta -o è un dagherròtipo? Dopo tanti anni, le tinte di una foto somigliano a tratti di acquerello diluito-?
Profuma di altre ere, altre età, come la scena placida che rappresenta, e che nasconde una tragica ironia poetica. La prova generale di un suicidio.
Ma ogni epoca ha le sue cantate, e questa venne prima delle macchine, prima dell’elettricità, e dell’atomo. Ogni epoca ha in sé i propri schemi.
Napoleone e Amleto, uniti nel sorriso di due battaglie simili, antitetiche. Tornare a Elsinore dopo il duello, è visitare Waterloo dietro lo specchio.
Come guardare quella vecchia foto -dipinto, o quel che è, un acquerello- senza più Ofelia, finalmente scesa dentro le acque, oppure volata via verso la notte.
Canto di Fiamma
Mordi la mano che ti nutre, se non ti dà abbastanza, mordila!
Cerca sulla tue pelle i segni delle benedizioni a scadenza, il tempo non ti aspetta, dietro quell’angolo ti guarda, e ride se non ti senti bene.
Liberati dai muri che ti chiudono, se sono troppo obliqui, liberati!
Gettati nel fuoco, canta col tuo sangue, vivi le tue vene, gli atomi, le lotte, ogni passione che urla nel tuo stomaco, batte nelle tempie.
Muoviti nell’estasi di Riti Deliranti, spacca le catene, grida la tua Vita!
Lascia che sia una pioggia di scintille la tua aureola, che i sensi facciano gli straordinari, che la tua bocca beva dal ventre della Terra.
Non accartocciarti, invecchiando.
Brucia, baby, brucia.
Blind whispers on a winter seashore
Ho camminato lungo la spiaggia,guardando le Onde capitombolare.
Ho misurato le mie distanze,e la profondità delle ore.
Mi domando
se il Sole
sorgerà, domani.
La voce di un Gabbiano
mi ha tenuto compagnia,
cantando con me fino al tramonto.
La sinfonia della schiuma e della Sabbia
ha riempito la mia Anima mortale.
Ora so
che il Sole
sorgerà, domani.
Cristallo
Cristallo è il suo nome,
è piena di Grazia, e perduta;
tiene un piccolo mondo
nel palmo delle mani.
Dimmi, Cristallo,
hai mai bagnato
i piedi nell’oro?
Dimmi, Sorella,
il cielo a mezzanotte
è più chiaro?
Cristallo ha un castello,
un cavallo e un costume;
quando la stanza è in festa
abbandona le danze.
Ruota piegati e balla,
Cristallo, non ti prenderanno,
non ti perderai.
Parla canta ridi, Cristallo,
trasforma le loro frasi spente
in Poesia.
Ala d'iride
Dietro
la maschera
la vera Immagine
la Pura immagine
Benedetta
da una luce perfetta
Arcadia
dei cuori slacciati
Arcobaleno nel deserto
dopo la pioggia
sognata con rabbia.
Togli la maschera
e fissa il mondo
smascherato
con occhi
sempreverdi.
Nel tuo universo soffice
correrai a piedi nudi
su un’Ala d’Iride.
La ragazza arcobaleno
Rossa come la Luce che brilla in coda all’Estate
Arancio perché nasconde le Sue Visioni d’autunno
Gialla come il risveglio del Sole dopo la pioggia
Verde perché profuma d’Aurora fresca e di Grazia
Azzurra come l’Oceano e la Magia delle Fate
Indaco perché i petali delle sue labbra sorridono
Viola perché è imperfetta, e accetta ogni mio dono
Grazia
Getta il tuo pane sulle acque, perché con il tempo lo ritroverai. (Ecclesiaste; 11,1)
Torno a sincronizzare il mio respiro con l’Oceano, ritrovo la grammatica sepolta nella sabbia
-sapendo che era per un attimo; sapendo avrei ritrovato intatte, pure da scorie, e avrei accarezzato ancora, le sue possibili sintassi, dopo l’alluvione-
Rinchiusi in una scatola di ferro, con i disegni di buffi orsi, e pupazzetti erosi dal salnitro tiepido, mezzo metro sotto il moto dell’acqua, delle correnti, pronomi, e verbi, riposano, protetti dallo sguardo insidioso di strisce celesti, tagliate nel cielo da venti lontani.
Benedico la voce che mastica acciaio e catrame, perché ha detto che il Mare è la Madre del Tempo; in quest’attimo strano, sospeso fra spicchi di spuma, mentre nomi e silenzi camminano in fila, o si tengono stretti per mano, misurando la spiaggia
-un profumo di vortici, al largo, mi riempie i polmoni-
sento il flusso magnetico e magico dell’Alta Marea aggredire i cancelli gelati che mi coprono gli occhi, sussurrare alle palpebre chiuse canzoni e incantesimi,
in attesa che dalle mie iridi la Grazia infiammata divampi,
sillabando parole dimenticate,
che diano vita alla vita che attende fra le correnti sottomarine.
Penelope
Ho messo quattro versi rosso carminio in un paio di scarpe comode, e sono partito, verso la notte, lungo la strada.
Mia dolce Penelope, che oltre la linea del mondo dipinto sui muri, lontano dal rude richiamo dei lupi, mi attendi, in piedi sulla Spiaggia, fissando l’Orizzonte, io posso vedere attraverso le distanze. Posso infrangermi come spuma chiara sulle scogliere.
Sordo al canto delle montagne e degli aeroplani, naufrago e ubriaco di parole, che non ascolto, ora, ma vivo.
Non mi accontento più della velocità, dei girotondi sulla 42 e la 66. Contro la furia del mare ho sollevato il mio arco di suoni, Penny, ho visto transatlantici affondare.
E ho pianto, Baby, sotto la volta celeste, cantando un blues con le cicale, alle quattro del mattino -lontano brillavano i fuochi.
E questa, credo, dipinta di Odissea, è la mia storia scritta, la mia Estate Infinita, l’Onda che mi trasporta.
Da questa stanza azzurra, al cielo sulla Baia, oltre quel ponte e oltre, bussando alla porta dell’Alba, il mio spirito inquieto attende il benvenuto dei fili argento e oro, che danzano ai tuoi piedi, l’intreccio della tela, che coprirà il sorriso, le notti e le parole che mi dirai, Penelope, il giorno del ritorno.
Perché io sono stato lì, in altri Tempi e Spazi, e quello che Tu mi hai detto, me lo dirai ancora.
Silver
La Voce d’Argento parlò, venne dal mare,
e le sue parole erano
strisce di stelle, semi di Sole
In piedi accanto all’asse addormentata,
con la mia anima di marea
cercavo di afferrarne la frequenza
strisce di stelle, semi di Sole
sincronizzando il moto delle acque
con l’ansimare antico delle rocce,
in un momento bianco di velocità infinita,
accanto alla mia asse addormentata.
“Segui la Nota, falla vibrare” disse,
“Strisce di stelle oltre l’orizzonte,
semi di Sole nel rosso tramonto”.
“Apri gli occhi e sorridi” risposi,
accarezzando il legno che già apriva
le sue fibre di clorofilla e sangue,
aspettando di tuffarsi nel mare,
e correre con me, sopra le onde,
incontro alla Voce, verso
strisce di stelle, semi di Sole.
Surfer
Alzo lo sguardo dalla sabbia scura,
dove le tracce della notte
hanno disegnato un cerchio vuoto,
e riconosco quel lontano tuono,
quel suono come il Canto dei pianeti,
piegare il mare e comandare i vortici,
mentre la luce diventa estasi,
e la mia anima di vetro silenziosa
canta melodie ai venti che si sollevano,
coccolando le correnti, aspettando la Marea.
Sopra di me un cielo di canzoni,
dentro di me la Voce di una Stella,
intorno a me la meraviglia antica,
dei fuochi che si alzano al tramonto,
laggiù, dove le note diventano
parole sussurrate e nascoste
prima di chiudere gli occhi,
chiamare la mia tavola per nome,
farla volare sopra le onde
che proteggono le meraviglie di
Atlantide,
verso
Te,
Figlia dell’Oceano.
Sunbeam
La luce che mi bagna è la stessa
che illumina il Tuo giorno,
e quando si riposa dietro l’Asse,
nel Tempo relativo di una notte
-che è solo un breve vortice di caos,
sfuggito a Dio mentre giocava ai dadi-
io la rifletto e a Te,
dolce Surfer Girl,
la porgo,puoi farne quel che vuoi:
puoi prenderla e intrecciarla
in due spirali,
creando Vita dalla verde iridescenza;
puoi decorare i tuoi capelli fluidi,
fatti di onde azzurre di Marea;
puoi prenderla e vestirci il tuo sorriso,
rendere la bellezza scrigno di perfezione;
puoi riderne, e sarà la perfezione
che porta le sua elettrica risata,
da quella spiaggia densa di parole,
fino ai Cancelli blu cobalto del Cielo.
Vola sulla Tua asse,
Surfer Girl,
incontro al Sole del Tuo pomeriggio,
che illumina le ore anche del mio,
e il Tempo relativo di una notte,
misura la distanza fra due giorni.
E la distanza fra due forme d’Onda,
come io e Te,
semplicemente al Sole,
non esiste.
Sonata
...sussurri sugli Scogli...
i gabbiani tacciono, sollevando le loro regali teste, incoronate dal riverbero di mille scintille, che la luce della prima stella della sera pennella nell’acqua dell’insenatura.
Le rocce digradanti verso il mare, vestite di salsedine e perle di schiuma -onde giunte a riva, con impeto guidate dal vento, gonfie di volontà e piacere d’attrito, cresciute con le correnti sottomarine e rese incandescenti dal Sole- guardano, e proteggono i...
...sussurri sugli Scogli...
il cielo è una tela vergine, liscia e striata di nastri d’argento, figli dell’orizzonte, padri di giorni fecondi, sottili come l’amore, trasparenti come l’amore, invincibili come l’amore.
La pietra pregna di vita marina, giocosamente immobile, si alza dalle acque e sfida l’atmosfera satura di ossigeno, risuona delle vibrazioni della Terra, che scorrono sotto la dura superficie, piegano l’asse del pianeta, Castello e dimora segreta di dolci...
...sussurri sugli Scogli...
le anime spogliate di materia, tornano ad indossare la carne dei giorni, la seta delle notti, riemergendo dal mare, al tramonto, risalgono la verticale parete del promontorio.
L’attesa è finita, il movimento circolare della Marea, che legava la conchiglia a impronte sulla sabbia, riunisce in un attimo di Luce Bianca i sogni alle promesse.
Le due figure, sedute in cima al Mondo, ripresi i loro Nomi, sussurrano parole che diventano...
...canzoni sugli Scogli...
Una Sonata che abbraccia gli Elementi, il vasto Oceano, e l’Onda,
e tutto quello che contiene la mia anima,
quando si specchia nella Tua,
Surfer Girl.
Ondina
Tu che riesci ancora a colorare i Mari,
e vivi come fosse la prima volta,
che liberi le trame dal telaio,
perché anche ai fili fanno male le catene.
Tu che sospetti il Tuo respiro sia malato,
e non Ti accorgi quanto puro si raccolga
in ogni angolo di questa assurda cella,
e quanto l’Aria Ti ringrazi di essere viva,
mentre Ti avvolge di fruscii e caldo polline.
Tu che prendevi in mano la Paura,
e le parlavi di angeli e di un Mondo,
lei Ti colpiva fredda nelle viscere,
ma nei Tuoi occhi non c’è mai arrivata,
perché sognavi Angeli voli e scogli,
e nessun Mostro può fissare il Sole.
Tu che riesci ancora a colorarTi
di toni accesi e tinte primordiali,
penso ritroverai tutte le bambole che il tempo
-nella sua fragile, frenetica impotenza-
rubò di notte, violando la Tua stanza,
quando Ti costringeva a mille sonni sterili,
e con la sua elegante, fredda mano,
drogava la Tua linfa di cristallo
con l'ombra della fine dell'Estate,
ma Tu hai sempre saputo che
l'Estate è Infinita.
Baja California
Avvolta da una luce di Luna, nella tiepida attesa distesa su una coltre d'estate, la linea del corpo disegna colline profetiche e golfi fioriti, sopra la spessa aria sospesa profumata di timo.
E' così che al mattino, quando i primi raggi del Sole la sorprendono con le mani intrecciate in un sogno, la immagino. Come un canto lontano portato dal vento, liberando il respiro elettrico sulla strada bollente.
Scintille di devozione nella mia testa-magazzino, linee di laser attraversano lo spazio invisibile fra i miei occhi. La visione si prende quel che resta del giorno, e lo canta accompagnando le strofe con accordi aperti.
Sono il prisma sulla Ruota del tempo, quando la luce mi attraversa vibro, e mi coloro di vita; sono lo Spirito di California, il Re del Castello, nelle stanze bagnate d'aurora accarezzo l'anello che porta il mio nome, fissando la Prima Volta.
Quello che il cielo dona, il sangue custodisce. Lancia il tuo cuore oltre l'arcobaleno, ne farò cortine di stelle. Io sono l'Universo.
Ninnananna
Appoggia la testa sulla mia spalla, piccola Stella,
stanotte non sei la Regina dei flutti,
lasciamo le onde abbracciate alle nubi, laggiù
sulla Spiaggia,
stanotte sei la mia bimba, riposa i colori,
che cantino il loro concerto di fili dorati
fra l'Aria e l'Aurora,
chiudi gli occhi, e sorridi.
Stringi la luce che disegna vortici nei miei occhi,
l'ho trovata nel cuore di estati che verranno,
quando l'Arcobaleno sarà l'eco
dei nostri baci.
Accoccolati nella mia ninnananna, bambolina,
mentre la notte accarezza l'alba,
io gioco con una ciocca dei tuoi capelli,
inanellandola fra le dita,
più preziosa dell'oro,
più forte dell'Amore,
più fedele di Dio.
Guarda la linea della Vita sul palmo della mia mano,
l'ho intrecciata alle stringhe delle tue scarpe,
così camminerai coi miei Sogni
ai tuoi piedi.
Road Movie
Interno Notte-
Il mio sentirti è fatto di occhi chiusi,
e immagini che sono già
adesso;
visioni in technicolor come quel film
che abbiamo visto insieme -e fuori
la notte
pioveva sulle città divise, indifferente,
ma
non ci bagnava-
e la canzone che aspetta ancora
di essere scritta,
mano nella mano,
respiri nei sospiri,
sorrisi contro le stelle.
Non smettere di pensare
a Domani.
Esterno Giorno-
Il mio dividerti col Tempo è fatto
del sapere che sei mia;
del sentire la vittoria redentrice
contro la Legge dell'Uomo Ragionevole,
che pensa l'Arcobaleno sia uno
scherzo di luce,
e la vita un gioco di scatole cinesi
dove il pensiero prevale
sull'azione;
e si pasce di grassi, stupidi discorsi,
tondi come il mondo,
e come lui, servi della Gravità.
Butto indietro la testa e rido,
ogni volta che dietro l'angolo
c'è ancora un tratto di strada,
e un posto di blocco,
e un fottuto poliziotto,
a sbarrarci la via.
E' il copione di un film
senza protagonisti,
c'è solo la main street,
e le facciate di legno
di un villaggio da scenografia.
Siamo allegri cantastorie,
figli del Cielo e del Mare,
abbiamo Ali e sappiamo cantare,
abbiamo Sogni e li facciamo volare
senza paura di sbagliare,
lo Sceriffo non ci prenderà.
Non credo nel Demonio
che divora i miei anni,
credo nel Rock n' Roll,
che li fa vibrare;
credo nella sei colpi,
che era di mio padre,
prima che m'insegnasse
a sparare un: “No!”
in faccia al Temporale.
Abbiamo una macchina potente,
e il pieno di benzina,
e il pieno di canzoni,
e la Terra Promessa
è là davanti: l'El Dorado.
Presto attraverseremo
i suoi cancelli,
quando nasce l'Aurora.
Non smettere di pensare
a Domani.
Piano Sequenza-
Sciogli i lacci e togliti le scarpe,
calza quegli stivali Texani,
che attendono sorridendo
tu li faccia ballare,
al suono dei miei accordi.
Lascia che il fuoco dei miei
nervi impazienti, i miei occhi magazzino,
che hanno visto il bianco dell'Antartide,
e il brillare dei fuochi fatui,
e fantasmi al rallentatore,
e il vero volto di ogni cosa,
e il vero nome della paura,
e non temono di bruciare nel deserto,
sparare alla Luna,
accarezzare il Vento ostinato,
viverti nel sangue prima che diventi
vino, o acqua,
credere nell'incoscienza
e nella bontà dell'Amore,
nel qui e ora,
come un bimbo, o un gangster
con la faccia di Bogart,
siano il tappeto d'Iride
per i passi morbidi che conducono
a Casa,
in un Sogno oltre frontiera.
Non smettere di pensare
a Domani.
Contemplation Time
La Strada d'Oro che giunge al Mare saluta la scintilla di Luna che muove le Maree, la traccia lasciata dal Sole nel suo percorso di meraviglia, e ogni suono che si alza dalle Acque, e ogni tenue sussurro che il Viaggio dona ai Viaggiatori.
Ci sono Nuvole e c'è il Vento, c'è l'opera di un Artista al lavoro, nella coscienza vincolata al Tempo, nella speranza che si fa Spazio, in ogni ciottolo che lastrica il sentiero per l'El Dorado.
E la magia è ritrovarsi ancora semplici, attorcigliati a un Sogno bambino che si fa Uomo, quando la Voce d'Argento canta le sue canzoni, brillando di luce intima, di tinte d'Iride, di emozione.
Là, sulla Strada dei Re, mi fermo e guardo l'orizzonte, da dove un giorno vidi nascere l'Arcobaleno, e dove un giorno ascolterò l'Armonia abbracciare ogni perimetro della mia felicità.
Signore delle Autostrade, concedimi la Meta,
benedici le mani che stringono il volante,
battezza la mia insana voglia di libertà
con l’acqua di un’assoluzione,
e non punirmi se indugio in tentazione,
le mie tentazioni sono strisce di comete,
sottili linee bianche, miracoli termodinamici
lanciati contro il Vuoto della semplice esistenza.
Io voglio vivere, non esistere,
cedere non resistere.
Voglio macchiare a fuoco la mia carne
con i secondi e le frazioni che mi restano,
tatuare un cigno addormentato sulle scapole,
perché non merito di avere ali,
ma sono pronto a navigare,
e sono nato per viaggiare.
Signore della Strada Maestra,
Tu sai che non ho mai smarrito la forza delle mani,
e quella del ricordo.
Tu sai che conto ancora i fili d’erba
sull’immagine dell’Eden che porto dentro me.
Se guardi con benevolenza i miei sogni,
ti accorgerai che non sono dipinti.
E sono stati scritti con trecce di corallo.
Proteggi la mia Stella,
Proteggi il mio Road-Book,
e per favore, Amico,
proteggi il mio Destino.
Zen Arcade
Seduto a far compagnia ai miei giorni, con quel sorriso che ormai mi riconosco, e sembra voler dirmi: “non mi freghi, io lo so chi sei, e dietro quel tuo viso impenetrabile, nascondi pure tu pozze di pioggia, e torridi, infiniti pomeriggi d’estate”.
Socchiudo gli occhi, e pigramente lascio che i miei semplici desideri scorrano fra le rive di un tortuoso fiume, il cui percorso cerco di seguire, da tanto tempo che non so più, se son io che porto avanti la mia barca, o il legno mi trascini dove deve.
Sereno come il bimbo che da sempre parla con la mia voce, arcigno come il vecchio che sarò, tralascio le mie domande, le cui risposte, porterà il tempo, o il tempo ha portato via con sé.
Così nessuno chiede mai di me, quando non sono in casa, e a me sta bene. Sarò da qualche parte, fuori, a giocare, a piangere o scherzare coi miei spettri, ai quali dò del ’tu’, e che rispetto. E quel rispetto, credo, è ricambiato.
Seduto sopra un mondo di secondi, in compagnia di semplici desideri, che affollano questo strano cuore mio, che a volte è rosso, a volte è bianco come neve, ma non ha mai smesso di battere i minuti, le ore, i giorni, con una forza che non sapeva -a volte negava- di possedere.
Il Duomo pagano
La Sirena è legata a terra, sopra di lei
un uomo che non conosce l’amore.
Quando Dio passeggia in città,
lo senti ridere e scambiare battute,
barattando la misericordia
con pietà a rate,
nel Duomo Pagano.
Una mattina lui si svegliò con occhi stanchi,
e scrisse in fretta i sogni che riuscì a replicare.
Provò poi ad aprirle l’ombrello,
per ripararla dalla pioggia,
perché lei si sentiva come Cenerentola
nel Duomo Pagano.
Giocando col Principe di Marrakesh
perde di vista le cose che ama.
Il Principe aumenta la posta a ogni giro,
e arrotola petali di rosa intorno alle dita.
Con Lui si perde, ma c’è ancora tempo
per raggiungere la torre
del Duomo Pagano.
Ali d'acqua
Sotto luci d’azzurro ozono si lascerà ammirare ai miei sguardi incantati.
I suoi capelli profumati d’estate asciugheranno la pioggia del mio gennaio infinito.
Il respiro sulla mia pelle sussurrerà alla notte magiche Armonie, e promesse incantate.
Quando il vento singhiozzerà dietro i vetri, Lei prenderà la mia mano e la mia bocca, proteggendomi dal freddo e dall’ignoto, col calore di un sospiro bagnato d’Oceano.
Nuvola e scrigno, suono di Ali d’Acqua e profumo di miele.
Pensiero e carne.
Sorriderà quando mi smarrirò, e mi insegnerà l’Amore.
Le ombre danzeranno dentro i miei occhi sazi;
Lei è così bella da farmi vergognare di essere vivo.
Ofelia cammina sull'Acqua
Ofelia cammina sull’acqua, e non riesce ad andare a fondo, un’immagine di Gesù Cristo in bicromia, sulla parete più stretta di un salotto bene.
Chissà chi era, la modella, e chi il pittore che l’ha dipinta -o è un dagherròtipo? Dopo tanti anni, le tinte di una foto somigliano a tratti di acquerello diluito-?
Profuma di altre ere, altre età, come la scena placida che rappresenta, e che nasconde una tragica ironia poetica. La prova generale di un suicidio.
Ma ogni epoca ha le sue cantate, e questa venne prima delle macchine, prima dell’elettricità, e dell’atomo. Ogni epoca ha in sé i propri schemi.
Napoleone e Amleto, uniti nel sorriso di due battaglie simili, antitetiche. Tornare a Elsinore dopo il duello, è visitare Waterloo dietro lo specchio.
Come guardare quella vecchia foto -dipinto, o quel che è, un acquerello- senza più Ofelia, finalmente scesa dentro le acque, oppure volata via verso la notte.
Canto di Fiamma
Mordi la mano che ti nutre, se non ti dà abbastanza, mordila!
Cerca sulla tue pelle i segni delle benedizioni a scadenza, il tempo non ti aspetta, dietro quell’angolo ti guarda, e ride se non ti senti bene.
Liberati dai muri che ti chiudono, se sono troppo obliqui, liberati!
Gettati nel fuoco, canta col tuo sangue, vivi le tue vene, gli atomi, le lotte, ogni passione che urla nel tuo stomaco, batte nelle tempie.
Muoviti nell’estasi di Riti Deliranti, spacca le catene, grida la tua Vita!
Lascia che sia una pioggia di scintille la tua aureola, che i sensi facciano gli straordinari, che la tua bocca beva dal ventre della Terra.
Non accartocciarti, invecchiando.
Brucia, baby, brucia.
Blind whispers on a winter seashore
Ho camminato lungo la spiaggia,guardando le Onde capitombolare.
Ho misurato le mie distanze,e la profondità delle ore.
Mi domando
se il Sole
sorgerà, domani.
La voce di un Gabbiano
mi ha tenuto compagnia,
cantando con me fino al tramonto.
La sinfonia della schiuma e della Sabbia
ha riempito la mia Anima mortale.
Ora so
che il Sole
sorgerà, domani.
Cristallo
Cristallo è il suo nome,
è piena di Grazia, e perduta;
tiene un piccolo mondo
nel palmo delle mani.
Dimmi, Cristallo,
hai mai bagnato
i piedi nell’oro?
Dimmi, Sorella,
il cielo a mezzanotte
è più chiaro?
Cristallo ha un castello,
un cavallo e un costume;
quando la stanza è in festa
abbandona le danze.
Ruota piegati e balla,
Cristallo, non ti prenderanno,
non ti perderai.
Parla canta ridi, Cristallo,
trasforma le loro frasi spente
in Poesia.
Ala d'iride
Dietro
la maschera
la vera Immagine
la Pura immagine
Benedetta
da una luce perfetta
Arcadia
dei cuori slacciati
Arcobaleno nel deserto
dopo la pioggia
sognata con rabbia.
Togli la maschera
e fissa il mondo
smascherato
con occhi
sempreverdi.
Nel tuo universo soffice
correrai a piedi nudi
su un’Ala d’Iride.
La ragazza arcobaleno
Rossa come la Luce che brilla in coda all’Estate
Arancio perché nasconde le Sue Visioni d’autunno
Gialla come il risveglio del Sole dopo la pioggia
Verde perché profuma d’Aurora fresca e di Grazia
Azzurra come l’Oceano e la Magia delle Fate
Indaco perché i petali delle sue labbra sorridono
Viola perché è imperfetta, e accetta ogni mio dono
Grazia
Getta il tuo pane sulle acque, perché con il tempo lo ritroverai. (Ecclesiaste; 11,1)
Torno a sincronizzare il mio respiro con l’Oceano, ritrovo la grammatica sepolta nella sabbia
-sapendo che era per un attimo; sapendo avrei ritrovato intatte, pure da scorie, e avrei accarezzato ancora, le sue possibili sintassi, dopo l’alluvione-
Rinchiusi in una scatola di ferro, con i disegni di buffi orsi, e pupazzetti erosi dal salnitro tiepido, mezzo metro sotto il moto dell’acqua, delle correnti, pronomi, e verbi, riposano, protetti dallo sguardo insidioso di strisce celesti, tagliate nel cielo da venti lontani.
Benedico la voce che mastica acciaio e catrame, perché ha detto che il Mare è la Madre del Tempo; in quest’attimo strano, sospeso fra spicchi di spuma, mentre nomi e silenzi camminano in fila, o si tengono stretti per mano, misurando la spiaggia
-un profumo di vortici, al largo, mi riempie i polmoni-
sento il flusso magnetico e magico dell’Alta Marea aggredire i cancelli gelati che mi coprono gli occhi, sussurrare alle palpebre chiuse canzoni e incantesimi,
in attesa che dalle mie iridi la Grazia infiammata divampi,
sillabando parole dimenticate,
che diano vita alla vita che attende fra le correnti sottomarine.
Penelope
Ho messo quattro versi rosso carminio in un paio di scarpe comode, e sono partito, verso la notte, lungo la strada.
Mia dolce Penelope, che oltre la linea del mondo dipinto sui muri, lontano dal rude richiamo dei lupi, mi attendi, in piedi sulla Spiaggia, fissando l’Orizzonte, io posso vedere attraverso le distanze. Posso infrangermi come spuma chiara sulle scogliere.
Sordo al canto delle montagne e degli aeroplani, naufrago e ubriaco di parole, che non ascolto, ora, ma vivo.
Non mi accontento più della velocità, dei girotondi sulla 42 e la 66. Contro la furia del mare ho sollevato il mio arco di suoni, Penny, ho visto transatlantici affondare.
E ho pianto, Baby, sotto la volta celeste, cantando un blues con le cicale, alle quattro del mattino -lontano brillavano i fuochi.
E questa, credo, dipinta di Odissea, è la mia storia scritta, la mia Estate Infinita, l’Onda che mi trasporta.
Da questa stanza azzurra, al cielo sulla Baia, oltre quel ponte e oltre, bussando alla porta dell’Alba, il mio spirito inquieto attende il benvenuto dei fili argento e oro, che danzano ai tuoi piedi, l’intreccio della tela, che coprirà il sorriso, le notti e le parole che mi dirai, Penelope, il giorno del ritorno.
Perché io sono stato lì, in altri Tempi e Spazi, e quello che Tu mi hai detto, me lo dirai ancora.
Silver
La Voce d’Argento parlò, venne dal mare,
e le sue parole erano
strisce di stelle, semi di Sole
In piedi accanto all’asse addormentata,
con la mia anima di marea
cercavo di afferrarne la frequenza
strisce di stelle, semi di Sole
sincronizzando il moto delle acque
con l’ansimare antico delle rocce,
in un momento bianco di velocità infinita,
accanto alla mia asse addormentata.
“Segui la Nota, falla vibrare” disse,
“Strisce di stelle oltre l’orizzonte,
semi di Sole nel rosso tramonto”.
“Apri gli occhi e sorridi” risposi,
accarezzando il legno che già apriva
le sue fibre di clorofilla e sangue,
aspettando di tuffarsi nel mare,
e correre con me, sopra le onde,
incontro alla Voce, verso
strisce di stelle, semi di Sole.
Surfer
Alzo lo sguardo dalla sabbia scura,
dove le tracce della notte
hanno disegnato un cerchio vuoto,
e riconosco quel lontano tuono,
quel suono come il Canto dei pianeti,
piegare il mare e comandare i vortici,
mentre la luce diventa estasi,
e la mia anima di vetro silenziosa
canta melodie ai venti che si sollevano,
coccolando le correnti, aspettando la Marea.
Sopra di me un cielo di canzoni,
dentro di me la Voce di una Stella,
intorno a me la meraviglia antica,
dei fuochi che si alzano al tramonto,
laggiù, dove le note diventano
parole sussurrate e nascoste
prima di chiudere gli occhi,
chiamare la mia tavola per nome,
farla volare sopra le onde
che proteggono le meraviglie di
Atlantide,
verso
Te,
Figlia dell’Oceano.
Sunbeam
La luce che mi bagna è la stessa
che illumina il Tuo giorno,
e quando si riposa dietro l’Asse,
nel Tempo relativo di una notte
-che è solo un breve vortice di caos,
sfuggito a Dio mentre giocava ai dadi-
io la rifletto e a Te,
dolce Surfer Girl,
la porgo,puoi farne quel che vuoi:
puoi prenderla e intrecciarla
in due spirali,
creando Vita dalla verde iridescenza;
puoi decorare i tuoi capelli fluidi,
fatti di onde azzurre di Marea;
puoi prenderla e vestirci il tuo sorriso,
rendere la bellezza scrigno di perfezione;
puoi riderne, e sarà la perfezione
che porta le sua elettrica risata,
da quella spiaggia densa di parole,
fino ai Cancelli blu cobalto del Cielo.
Vola sulla Tua asse,
Surfer Girl,
incontro al Sole del Tuo pomeriggio,
che illumina le ore anche del mio,
e il Tempo relativo di una notte,
misura la distanza fra due giorni.
E la distanza fra due forme d’Onda,
come io e Te,
semplicemente al Sole,
non esiste.
Sonata
...sussurri sugli Scogli...
i gabbiani tacciono, sollevando le loro regali teste, incoronate dal riverbero di mille scintille, che la luce della prima stella della sera pennella nell’acqua dell’insenatura.
Le rocce digradanti verso il mare, vestite di salsedine e perle di schiuma -onde giunte a riva, con impeto guidate dal vento, gonfie di volontà e piacere d’attrito, cresciute con le correnti sottomarine e rese incandescenti dal Sole- guardano, e proteggono i...
...sussurri sugli Scogli...
il cielo è una tela vergine, liscia e striata di nastri d’argento, figli dell’orizzonte, padri di giorni fecondi, sottili come l’amore, trasparenti come l’amore, invincibili come l’amore.
La pietra pregna di vita marina, giocosamente immobile, si alza dalle acque e sfida l’atmosfera satura di ossigeno, risuona delle vibrazioni della Terra, che scorrono sotto la dura superficie, piegano l’asse del pianeta, Castello e dimora segreta di dolci...
...sussurri sugli Scogli...
le anime spogliate di materia, tornano ad indossare la carne dei giorni, la seta delle notti, riemergendo dal mare, al tramonto, risalgono la verticale parete del promontorio.
L’attesa è finita, il movimento circolare della Marea, che legava la conchiglia a impronte sulla sabbia, riunisce in un attimo di Luce Bianca i sogni alle promesse.
Le due figure, sedute in cima al Mondo, ripresi i loro Nomi, sussurrano parole che diventano...
...canzoni sugli Scogli...
Una Sonata che abbraccia gli Elementi, il vasto Oceano, e l’Onda,
e tutto quello che contiene la mia anima,
quando si specchia nella Tua,
Surfer Girl.
Ondina
Tu che riesci ancora a colorare i Mari,
e vivi come fosse la prima volta,
che liberi le trame dal telaio,
perché anche ai fili fanno male le catene.
Tu che sospetti il Tuo respiro sia malato,
e non Ti accorgi quanto puro si raccolga
in ogni angolo di questa assurda cella,
e quanto l’Aria Ti ringrazi di essere viva,
mentre Ti avvolge di fruscii e caldo polline.
Tu che prendevi in mano la Paura,
e le parlavi di angeli e di un Mondo,
lei Ti colpiva fredda nelle viscere,
ma nei Tuoi occhi non c’è mai arrivata,
perché sognavi Angeli voli e scogli,
e nessun Mostro può fissare il Sole.
Tu che riesci ancora a colorarTi
di toni accesi e tinte primordiali,
penso ritroverai tutte le bambole che il tempo
-nella sua fragile, frenetica impotenza-
rubò di notte, violando la Tua stanza,
quando Ti costringeva a mille sonni sterili,
e con la sua elegante, fredda mano,
drogava la Tua linfa di cristallo
con l'ombra della fine dell'Estate,
ma Tu hai sempre saputo che
l'Estate è Infinita.
Baja California
Avvolta da una luce di Luna, nella tiepida attesa distesa su una coltre d'estate, la linea del corpo disegna colline profetiche e golfi fioriti, sopra la spessa aria sospesa profumata di timo.
E' così che al mattino, quando i primi raggi del Sole la sorprendono con le mani intrecciate in un sogno, la immagino. Come un canto lontano portato dal vento, liberando il respiro elettrico sulla strada bollente.
Scintille di devozione nella mia testa-magazzino, linee di laser attraversano lo spazio invisibile fra i miei occhi. La visione si prende quel che resta del giorno, e lo canta accompagnando le strofe con accordi aperti.
Sono il prisma sulla Ruota del tempo, quando la luce mi attraversa vibro, e mi coloro di vita; sono lo Spirito di California, il Re del Castello, nelle stanze bagnate d'aurora accarezzo l'anello che porta il mio nome, fissando la Prima Volta.
Quello che il cielo dona, il sangue custodisce. Lancia il tuo cuore oltre l'arcobaleno, ne farò cortine di stelle. Io sono l'Universo.
Ninnananna
Appoggia la testa sulla mia spalla, piccola Stella,
stanotte non sei la Regina dei flutti,
lasciamo le onde abbracciate alle nubi, laggiù
sulla Spiaggia,
stanotte sei la mia bimba, riposa i colori,
che cantino il loro concerto di fili dorati
fra l'Aria e l'Aurora,
chiudi gli occhi, e sorridi.
Stringi la luce che disegna vortici nei miei occhi,
l'ho trovata nel cuore di estati che verranno,
quando l'Arcobaleno sarà l'eco
dei nostri baci.
Accoccolati nella mia ninnananna, bambolina,
mentre la notte accarezza l'alba,
io gioco con una ciocca dei tuoi capelli,
inanellandola fra le dita,
più preziosa dell'oro,
più forte dell'Amore,
più fedele di Dio.
Guarda la linea della Vita sul palmo della mia mano,
l'ho intrecciata alle stringhe delle tue scarpe,
così camminerai coi miei Sogni
ai tuoi piedi.
Road Movie
Interno Notte-
Il mio sentirti è fatto di occhi chiusi,
e immagini che sono già
adesso;
visioni in technicolor come quel film
che abbiamo visto insieme -e fuori
la notte
pioveva sulle città divise, indifferente,
ma
non ci bagnava-
e la canzone che aspetta ancora
di essere scritta,
mano nella mano,
respiri nei sospiri,
sorrisi contro le stelle.
Non smettere di pensare
a Domani.
Esterno Giorno-
Il mio dividerti col Tempo è fatto
del sapere che sei mia;
del sentire la vittoria redentrice
contro la Legge dell'Uomo Ragionevole,
che pensa l'Arcobaleno sia uno
scherzo di luce,
e la vita un gioco di scatole cinesi
dove il pensiero prevale
sull'azione;
e si pasce di grassi, stupidi discorsi,
tondi come il mondo,
e come lui, servi della Gravità.
Butto indietro la testa e rido,
ogni volta che dietro l'angolo
c'è ancora un tratto di strada,
e un posto di blocco,
e un fottuto poliziotto,
a sbarrarci la via.
E' il copione di un film
senza protagonisti,
c'è solo la main street,
e le facciate di legno
di un villaggio da scenografia.
Siamo allegri cantastorie,
figli del Cielo e del Mare,
abbiamo Ali e sappiamo cantare,
abbiamo Sogni e li facciamo volare
senza paura di sbagliare,
lo Sceriffo non ci prenderà.
Non credo nel Demonio
che divora i miei anni,
credo nel Rock n' Roll,
che li fa vibrare;
credo nella sei colpi,
che era di mio padre,
prima che m'insegnasse
a sparare un: “No!”
in faccia al Temporale.
Abbiamo una macchina potente,
e il pieno di benzina,
e il pieno di canzoni,
e la Terra Promessa
è là davanti: l'El Dorado.
Presto attraverseremo
i suoi cancelli,
quando nasce l'Aurora.
Non smettere di pensare
a Domani.
Piano Sequenza-
Sciogli i lacci e togliti le scarpe,
calza quegli stivali Texani,
che attendono sorridendo
tu li faccia ballare,
al suono dei miei accordi.
Lascia che il fuoco dei miei
nervi impazienti, i miei occhi magazzino,
che hanno visto il bianco dell'Antartide,
e il brillare dei fuochi fatui,
e fantasmi al rallentatore,
e il vero volto di ogni cosa,
e il vero nome della paura,
e non temono di bruciare nel deserto,
sparare alla Luna,
accarezzare il Vento ostinato,
viverti nel sangue prima che diventi
vino, o acqua,
credere nell'incoscienza
e nella bontà dell'Amore,
nel qui e ora,
come un bimbo, o un gangster
con la faccia di Bogart,
siano il tappeto d'Iride
per i passi morbidi che conducono
a Casa,
in un Sogno oltre frontiera.
Non smettere di pensare
a Domani.
Contemplation Time
La Strada d'Oro che giunge al Mare saluta la scintilla di Luna che muove le Maree, la traccia lasciata dal Sole nel suo percorso di meraviglia, e ogni suono che si alza dalle Acque, e ogni tenue sussurro che il Viaggio dona ai Viaggiatori.
Ci sono Nuvole e c'è il Vento, c'è l'opera di un Artista al lavoro, nella coscienza vincolata al Tempo, nella speranza che si fa Spazio, in ogni ciottolo che lastrica il sentiero per l'El Dorado.
E la magia è ritrovarsi ancora semplici, attorcigliati a un Sogno bambino che si fa Uomo, quando la Voce d'Argento canta le sue canzoni, brillando di luce intima, di tinte d'Iride, di emozione.
Là, sulla Strada dei Re, mi fermo e guardo l'orizzonte, da dove un giorno vidi nascere l'Arcobaleno, e dove un giorno ascolterò l'Armonia abbracciare ogni perimetro della mia felicità.